giovedì 29 gennaio 2009

Vespa


Vespa abitava al quinto piano senza ascensore. "Un giovanotto reduce dall'Africa, ferito e malato". Fabio e Corradino andavano a fargli visita spesso e con lui trascorrevano il tempo. Vespa non aveva aiuti dallo stato e non si sapeva di che vivesse. La sua camera era di quel disordine "di quando si vive da studenti", e ad ogni visita apriva la finestra "per rinnovare l'aria". Era da tanto che non scendeva, ed erano tante le persone che andavano da lui. Corradino continuò a frequentarlo anche dopo che Fabio cambiò città, e conobbe nel tempo qualcuno degli altri. Senza mai andare troppo in confidenza, parlando per lo più del tempo, fino a che una sera riportando una battuta colta nei suoi riguardi al bar dell'angolo, Vespa andò oltre le solite due parole e sputò fuori chi aveva in cuore: Nina, "non la ragazza del banco, quella è una stupida, Nina è un'altra"...
Cesare Pavese, Vespa da: Racconti, Einaudi Tascabili, 1994.

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