Un giorno il compagno Mesrob, vicedirettore incaricato della manutenzione del kolkoz, ricevette l'ordine di compilare una lista di 100 persone da deportare in Siberia, "cento innocenti il cui unico crimine è stato quello di essere nati in questo paese. Problema difficile da risolvere quando la metà dei compaesani sono adolescenti o bambini, un buon terzo parenti più o meno stretti". Ma trovò che ad aprire la lista poteva esserci il vicino che, al momento del bisogno, non aveva prestato l'ascia, o quello che non aveva risposto al saluto o quell'altro che non l'aveva invitato alla festa di famiglia... E in breve arrivò a 99. Allorché la moglie lo rimproverò accusandolo di avere nel cuore un pacco di letame: "Mi chiedo come mai tu non abbia mandato anche me in Siberia". E così trovò la centesima persona della lista.
Da:
Storie di uomini giusti nel gulag, Bruno Mondadori.
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