mercoledì 21 gennaio 2009

La pecora nera


"C'era un paese dove tutti erano ladri". La notte ciascuno usciva, lasciando la casa incustodita e gli uni con gli altri ci si svaligiava l'abitazione. Capitò tra tanti però un uomo onesto, che passava la sera a leggere romanzi. Facendogli notare che in questo modo uno del paese l'indomani non avrebbe mangiato, si decise a uscire, ma non a rubare. Così trovò la propria casa vuota e andò rapido rapido in miseria. Da quel momento nacque "tutto uno scombinamento, c'era sempre qualcuno che rincasando all'alba trovava la casa intatta". Quelli che non erano derubati diventarono presto più ricchi degli altri, e non avevano più voglia di rubare, ma se avessero continuato sarebbero presto tornati poveri, così pagarono dei poveri che rubassero per conto loro. Così i ricchi diventarono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. "Allora pagarono i più poveri dei poveri per difendere la roba loro dagli altri poveri, e così istituirono la polizia, e costruirono le carceri. In tal modo, già pochi anni dopo l'avvenimento dell'uomo onesto, non si parlava più di rubare o di esser derubati ma solo di ricchi o di poveri; eppure erano sempre tutti ladri".
Italo Calvino, La pecora nera da: Prima che tu dica pronto, Arnoldo Mondadori Editore, 1993.

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