giovedì 8 gennaio 2009

I cinque pulcini


Un uomo e quattro bimbi al seguito. Dopo cinque ore di treno arriva in un'osteria per un piatto di minestra e due letti ("due dalla testa e uno dai piedi ci stiamo tutti e cinque") per la notte. Il giorno appresso si sarebbero imbarcati per l'America, per ricongiungersi alla madre e all'altro dei fratellini, partiti l'anno prima per accudire il nonno malato. L'uomo andò al servizio trasporti marittimi per verificare la presenza del bastimento e "il transatlantico riposava presso la banchina dal travaglio dell'oceano, come un enorme cetaceo". Sapeva l'uomo, dalle lezioni di scuola che il mare è tre volte la terra, e pensava in confronto alla vastità di tutta quell'acqua alla fragilità dei suoi quattro figlioli. Al ritorno in osteria li trovò ancora svegli. Li invitò, prima di dormire, alle orazioni che aveva insegnato loro la mamma. Poi tutti a letto. Ma dalla camera vicina si sentiva la voce di un piccolo che recitava le stesse preghiere. Così si ricongiunsero, sulla porta di quell'umile osteria i familiari tutti e i cinque pulcini.
Alfredo Panzini, I cinque pulcini.

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