martedì 16 dicembre 2008

L'uccisione del drago


Maggio 1902. Il conte Gerol decide di uccidere il drago avvistato nei pressi di Palissano. Con al seguito il governatore della provincia, la moglie Maria, due naturalisti e otto cacciatori, parte poco dopo la mezzanotte. Due carrozze e diverse ore di strada dopo giungono in Valle Secca. Per il sentiero incontrano un giovane che porta sulle spalle una capra, in offerta al drago. Gerol gli lascia dieci scudi per averla ed il ragazzo torna al paese a prenderne un'altra.
Trascurando tutte le messe in guardia della gente del luogo, arrivano alla grotta e l'esca e l'attesa sono ripagate. Il drago esce. I proiettili seguono la traiettoria giusta ed il drago va a morire poco sopra la caverna. Ma dai fianchi gli escono due fili di fumo scuro, "due sfiatatoi a mantice, come un ceratosaurus, i cosidetti opercoli hammeriani", l'ultimo fiato letale del drago che ha in ultimo allontanato i cacciatori dalla grotta e dai piccoli, che visti però morire, lascia nell'aria lo strazio in un lungo dolorosissimo urlo. E appresso al silenzio seguitovi, i colpi di tosse di Gerol per cui preda e cacciatore hanno avuto medesima sorte sul campo.
Dino Buzzati, Romanzi e racconti, Arnoldo Mondadori Editore, 1975.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

grazieeee!!!

Didi ha detto...

Prego!!

Anonimo ha detto...

grazie mille mi 6 stata davvero d'aiuto...

Anonimo ha detto...

6 fantastica...:)GRAZIE

Anonimo ha detto...

Grazie :)

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

anonimo ha detto
meno male che ci sei tu

Anonimo ha detto...

Grazie

Unknown ha detto...

Grazie mille