martedì 30 dicembre 2008

Il minuto vagabondo


La sera di Natale, poco prima dello scoccare della mezzanotte, un minuto vagabondo abbandonò la corsa, "se ne uscì dalla sua ora e se ne andò per conto proprio". Andò a posarsi sull'ottovolante del luna park e i bimbi ebbero un giro di corsa in più, trattenne un ladro quel minuto in più che lo fece prendere dalla camionetta della polizia. Si aggirò sulle montagne a dare un minuto in aggiunta di resistenza agli alpinisti in difficoltà, tardava e faceva mancare l'obiettivo di una bomba o "si posava sulla mano del Capo di Stato che stava per firmare una dichiarazione di guerra", perché ci fosse il tempo di consigliarlo con una buona parola.
"Grazie a quel minuto vagabondo tutto il mondo procedeva allegramente".
Ma c'è sempre qualcuno a cui i cambiamenti non vanno bene; astronomi e orologiai infuriati col minutino fuori dalle righe: "Il sole non spunta più all'ora esatta. Gli aerei, i treni, le stelle non seguon più gli orari stabiliti". Ma a chi ne aveva tanto con lui, il minuto gli si posava sopra, per dargli tempo per pensare o solo per scrivere "la prima riga di una poesia".

Diego Valeri, Il minuto vagabondo.

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