giovedì 11 dicembre 2008

Il Natale di Martin


Ancora un ciabattino. Martin Adveic, lavorando, dalla finestra di un seminterrato vedeva solo i piedi dei passanti, riconoscendoli per la gran parte dalle scarpe da lui riparate. Aveva perso da qualche anno moglie e figli e con loro la voglia di vivere.
Un giorno passò un vecchio, con fama di santo, e gli disse: "La tua disperazione è dovuta al fatto che vuoi vivere solo per la tua felicità. Leggi il Vangelo e saprai come il Signore vorrebbe che tu vivessi". Martin lo ascoltò e nella notte ebbe un sogno. Una voce gli disse:"Martin guarda fuori in strada domani perché io verrò".
Guardando fuori faceva caso soprattutto a chi portava scarpe che non conosceva. Fece entrare Stepanic, che aveva spalato a lungo la neve, per riscaldarsi, diede un mantello ad una vedova infreddolita con un bimbo in braccio, ammonì un ragazzo che aveva rubato una mela ad una donna anziana.
Al momento della chiusura prese la Bibbia ma non si aprì alla pagina che aveva segnato; come una nuvola gli apparve Stepanic, poi la donna col bambino e l'anziana ed il ragazzo con la mela, udendo una voce: "Sono io".
Lesse così alla pagina aperta: "Ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi dissetaste, fui forestiero e mi accoglieste...".
Martin capì e ritrovò, ai piedi della sua finestra, la speranza persa tanti anni prima.
Leone Tolstoj, Il Natale di Martin.

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