mercoledì 31 dicembre 2008

Capodanno


Stefano Benni saluta l'anno vecchio con delle figure allegoriche che bene o male ci rappresentano o ci hanno rappresentato tutti nell'approccio al San Silvestro di turno. C'è il solitario e le sue sfumature di misantropia, l'ansioso e la sua minuziosa organizzazione, l'esotico e il suo eccesso di esotismo, gli innamorati a intimità violata e Gazzoli, il "pollo" che ospita e risolve tutti gli anni il Capodanno di mezza Milano.
A tutti i solitari, ansiosi, esotici, innamorati o Gazzoli...

BUON SAN SILVESTRO e FELICE 2009!
Stefano Benni, Capodanno.

martedì 30 dicembre 2008

Il minuto vagabondo


La sera di Natale, poco prima dello scoccare della mezzanotte, un minuto vagabondo abbandonò la corsa, "se ne uscì dalla sua ora e se ne andò per conto proprio". Andò a posarsi sull'ottovolante del luna park e i bimbi ebbero un giro di corsa in più, trattenne un ladro quel minuto in più che lo fece prendere dalla camionetta della polizia. Si aggirò sulle montagne a dare un minuto in aggiunta di resistenza agli alpinisti in difficoltà, tardava e faceva mancare l'obiettivo di una bomba o "si posava sulla mano del Capo di Stato che stava per firmare una dichiarazione di guerra", perché ci fosse il tempo di consigliarlo con una buona parola.
"Grazie a quel minuto vagabondo tutto il mondo procedeva allegramente".
Ma c'è sempre qualcuno a cui i cambiamenti non vanno bene; astronomi e orologiai infuriati col minutino fuori dalle righe: "Il sole non spunta più all'ora esatta. Gli aerei, i treni, le stelle non seguon più gli orari stabiliti". Ma a chi ne aveva tanto con lui, il minuto gli si posava sopra, per dargli tempo per pensare o solo per scrivere "la prima riga di una poesia".

Diego Valeri, Il minuto vagabondo.

lunedì 29 dicembre 2008

La felicità


"Quella, tu dici, che insegui, non era lei?" "No: era una vana ombra in sembiante di quella che ciascuno ama e che spera e che perde". E' colei alla quale andiamo appresso, che si cela e ne cresce il desiderio nell'attesa. Che si brama, anela, insegue, che per breve ci trastulla e ci fa dimentichi dell'umano andare peregrini.
Che giunti appresso a lei si svela, "Ed è?..." "La Vita, o cavaliere errante!"


Giovanni Pascoli, La felicità, Primi Poemetti.

giovedì 25 dicembre 2008


E dopo tanta attesa... Buon Natale!

mercoledì 24 dicembre 2008

Le figurine del presepio


La vigilia. La fattoria del Riou era minacciata dalle fiamme. Le donne radunavano quei pochi averi, gli uomini, solo quattro, tentavano di arginare il fuoco, la nonna faceva il presepio. Avevano tentato di dissuaderla, ma "una dopo l'altra, le figurine prendevano il loro posto sulla madia di Provenza. Gesù bambino, nella stalla, col bue e l'asinello al suo fianco, Maria e Giuseppe, i magi, i pastori e, più lontano, tutto il popolo degli umili attirato dalla stella: i contadini coi loro panieri, i pescatori coi loro pesci, i mandriani, i cacciatori, i vasai, gli arrotini, le filatrici di lana, i mugnai...".
Terminato il presepio, iniziò a recitare le preghiere e a chiedere protezione dal fuoco. Una alla volta le figurine, al segnale del piccolo nella mangiatoia, iniziarono a prendere forma umana e a lasciare il presepio e la casa. La nonna fu svegliata da padron Ancelin, che la rassicurava, ma lei fu pronta: "Il fuoco non minaccia più, lo so bene, perché l'ho chiesto a Gesù". E si scoprì che alla forza dei quattro si erano uniti dei forestieri, che non si sapeva da dove fossero giunti. La famiglia si riunì, e prese a ringraziare. "Con le loro voci gravi gli uomini pregavano. Un Pater, un' Ave".

Felice vigilia a tutti!

Maurice Vauthier, Le figurine del presepio.

martedì 23 dicembre 2008

Il tacchino di Natale


Racconto surreale di Moravia, quando un tacchino si presenta per cena a corteggiare la figlia di Policarpi-Curcio. Tacchino "nobile, ricco e influente" incanta moglie e figlia, mentre Curcio viene messo a tacere dalla moglie con una pestata di piede. Per giorni proseguono, nonostante il diniego del padre, le visite del tacchino, e già dai primi incontri "il tacchino era riuscito a strappare gli estremi favori alla povera ragazza". La situazione andava regolarizzata. Ma l'unica proposta fu di scappare all'estero. Ben accolta. Nella notte furtivi scappano da una finestra, mentre il padre, ancorché ignaro, se ne avvede, ma non riesce a strappare le penne al tacchino nè a impallinarlo dalla sua di finestra. Così, fatta regolare denuncia, non senza qualche imbarazzo, si scoprirà la malafede del tacchino, moglie e prole già esistenti, e relativo riscatto per riavere la figlia. "Questo avvenne in dicembre". Al Natale dell'anno dopo la moglie ci riproverà, ma con un tacchino degno di rispetto. Però "Curcio si ripromise questa volta di spalancare bene gli occhi e di non lasciarsi abbagliare dalle false apparenze e dai vani discorsi di qualsiasi anche altolocato tacchino o gallinaccio".
Alberto Moravia, Racconti surrealistici e satirici, Bompiani, Milano, 1956.

lunedì 22 dicembre 2008

La befana in ferrovia


Nel cuore della notte gelida alcuni toc toc insistenti alla porta di Eusebio Barilò lo tolgono al calore delle coperte. Chi bussa è la Befana e non cerca un camino o la calza di un bambino. Cerca un abile ferroviere che l'aiuti a distinguere i trenini chiesti dai bambini nelle tante letterine. Vinta la prima diffidenza insieme riescono a "montare rotaie, formare convogli, a studiare scambi e incroci". Fino alla richesta del"Settebello, modernissimo elettrotreno costituito da sette carrozze di tipo articolato", che la Befana non ha nel suo sacco. L'ultimo rimasto è un trenino di latta, con la chiavetta per la carica. Ma Eusebio da un angolo della stanza, come l'asso dalla manica, fa comparire un "Settebellisssimo", e lo dona alla Befana perché nessun bambino di questa notte possa rimanere deluso, e neanche si avvede del saluto della Befana e del gelo che viene dalla porta che si apre e si chiude, perché ha in mano quel trenino a carica che gli ricorda tanto l'infanzia...

Vezio Melegari, La Befana in ferrovia.

domenica 21 dicembre 2008

Madagascar 2


"Elettrifrizzante", tra battute incalzanti e citazioni (Jurassic Park, Nata Libera), se ne evince la morale del ritorno a casa, del valore personale e dell'orgoglio newyorkese. I Pinguini si distinguono per carattere e abilità e avranno un finale tutto loro, mentre il gruppo di Alex rimane compatto, anche in Africa, tra sterminate mandrie di zebre somiglianti con crisi d'identità , giraffe innamorate e pronte al sacrificio e scimmie reali per autoreferenza e sudditi in cerca di leader con carisma. Anche Gloria si sentirà a casa tra i suoi, accetterà la simpatica corte di Moto Moto, un ippopotamo tutto sangue e passione, ma cederà solo, pur nella diversità, alla proposta dell'amore vero, come vero sarà il leone che Alex diventerà agli occhi del padre, che davanti alla platea dei turisti si darà in duetto ad un'esibizione di hip pop e break dance... Colonna sonora a scemare: Mi piaci se ti muovi, mi piace quel che muovi, allora muovi!"

Madagascar 2, Dreamworks, 2008.

venerdì 19 dicembre 2008

Dall'immagine tesa


"Nell'ombra accesa spio il campanello", alla luce fioca intermittente dell'albero, in questi giorni di pellegrinaggi, vai e vieni di ospitalità, "vigilo l'istante con imminenza d'attesa, e non aspetto nessuno". Ma "verrà d'improvviso, quando meno l'avverto", quando lasciata la soglia e l'affaccendarsi nelle cose dell'oggi, "verrà a farmi certo del suo e mio tesoro", come una lampada di Aladino, portando insieme desideri e compimenti. Ma nell'attesa colgo "un polline di suono" che mi preannuncia il suo arrivo, e l'impercettibile prende forma e materia, si fa concreto e credo che sarà. "Verrà, forse già viene il suo bisbiglio".
In attesa del Natale, C. Rebora, ne evoca lo spirito di quieta sospensione, di stupore e speranza che il poi dell'attesa, "verrà, come ristoro", esaudito.

Clemente Rebora, Dall'immagine tesa, da Canti anonimi.

giovedì 18 dicembre 2008

Natale


Dedicata a chi è per via "in un gomitolo di strade", si affaccenda con "tanta stanchezza sulle spalle" e vorrebbe dire a fil di voce: "lasciatemi così, come una cosa posata in un angolo e dimenticata". A chi pensa come me che sul divano "non si sente altro che il caldo buono" e che stare "con le quattro capriole di fumo del focolare" è scegliere la parte migliore.

Buona serata a tutti!
A mio papà!

Giuseppe Ungaretti, Natale, da Allegria di Naufragi, Mondadori, 2005.

mercoledì 17 dicembre 2008

Il giardino incantato


Estate. Sotto un cielo di mare "appena venato di nuvole bianche" Giovannino e Serenella, seguono da acrobati i binari del treno tenendosi per mano, poi Giovannino trova una fessura in una siepe, "accartocciata da terra come un'angolo di pagina" e si apre lo scenario magico di un grande giardino con eucalipti, corbezzoli, vialetti e piscina. Presero dei fiori, fecero un tuffo nell'acqua limpido azzurra della grande vasca, uno scambio al ping pong, si servirono del te e del pan di spagna al tavolo rotondo sotto l'ombrellone. Ma col sapore di qualcosa che era "d'amarezza ed ansia che tutto questo non spettava loro...".
Avvicinatisi alla villa da una finestra si intravedeva un bambino, intento a sfogliare un libro, ma i suoi gesti lasciavano intendere lo stesso disarmante senso di estraneità al luogo. Ripercorsero a ritroso i viottoli con la sensazione di aver attraversato un posto con un qualche incantesimo, e fino a sera giocarono in spiaggia a fare battaglia con le alghe.
Italo Calvino, I racconti, Arnoldo Mondadori Editore, 1990.

martedì 16 dicembre 2008

L'uccisione del drago


Maggio 1902. Il conte Gerol decide di uccidere il drago avvistato nei pressi di Palissano. Con al seguito il governatore della provincia, la moglie Maria, due naturalisti e otto cacciatori, parte poco dopo la mezzanotte. Due carrozze e diverse ore di strada dopo giungono in Valle Secca. Per il sentiero incontrano un giovane che porta sulle spalle una capra, in offerta al drago. Gerol gli lascia dieci scudi per averla ed il ragazzo torna al paese a prenderne un'altra.
Trascurando tutte le messe in guardia della gente del luogo, arrivano alla grotta e l'esca e l'attesa sono ripagate. Il drago esce. I proiettili seguono la traiettoria giusta ed il drago va a morire poco sopra la caverna. Ma dai fianchi gli escono due fili di fumo scuro, "due sfiatatoi a mantice, come un ceratosaurus, i cosidetti opercoli hammeriani", l'ultimo fiato letale del drago che ha in ultimo allontanato i cacciatori dalla grotta e dai piccoli, che visti però morire, lascia nell'aria lo strazio in un lungo dolorosissimo urlo. E appresso al silenzio seguitovi, i colpi di tosse di Gerol per cui preda e cacciatore hanno avuto medesima sorte sul campo.
Dino Buzzati, Romanzi e racconti, Arnoldo Mondadori Editore, 1975.

lunedì 15 dicembre 2008

L'avventura di una bagnante


Mar Ligure. Tempo di tuffi e lunghe bracciate in acqua. La signora Isotta , trascurando pudore e pregiudizi, lascia i panni della "signora alla buona e casalinga", per indossare un due pezzi; che il Mar Ligure le porta via. Almeno il pezzo di sotto. Il dramma va dal timido pensiero del "come approccio un aiuto", al lasciarsi consumare dal freddo del limpido abisso appesa ai bulloni della boa. La ragionevolezza fa l'altalena sulle onde col sentimento, pensa a sè, al proprio corpo, lo guarda con gli occhi di chi le si avvicina e gli si allontana. Attende che la rena si spopoloni, e accoglie l'ultima mano di un uomo su una barca per cedere alla ragione e ad una larga veste verde a fiori arancio. Sulla scia della barca a motore un'abbagliante descrizione dei colori e sapori della riviera.

Italo Calvino, I racconti, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1990.

sabato 13 dicembre 2008

Incontro ai Re Magi


Il giorno prima della Befana. Ogni anno i Re Magi, "un trionfo di colori splendidi, fastosi, infiamma, come un immane riverbero di brace, il cielo d'occidente". I ragazzini di Maiano, un paesino alle porte di Firenze, vanno loro incontro portando torte per i Re, fichi secchi per i loro paggetti e manciate di fieno per i cammelli. La strada dei Magi è da Oriente, quella dei fanciulli, seguendo evidentemente la stella sbagliata li fa rientrare, alla luce aranciata della sera, amareggiati.
Ma l'appuntamento è solo rinviato. Dopo una cena consumata in fretta, "nella chiesa, piena zeppa come un uovo" ecco brillare sotto la cometa giusta, i tre Re Magi coi mantelli rosso, giallo e azzurro, recanti seco oro, incenso e mirra, in dono al Bambin Gesù.
Presepio di un Natale della prima metà d'800 in cui il giovanissimo Mistral si unisce alla coda di popolani, contadini e pastorelli e ne fa una lirica incantevole.

Frédéric Mistral, Incontro ai Re Magi.

venerdì 12 dicembre 2008

Una donna in cerca di guai


Si chiama Connie la protagonista. E ha quattro amiche. Abitano a Londra, amano la moda e cercano ciò che accomuna le donne planetariamente: un marito. Solo che Connie ce l'ha già.
John è incredibilmente bello, sexy, affascinante, abbastanza rude da conquistare un posto cerebrale nella mente di Connie e fare un trofeo del suo corpo. Non è gentile, pulito e onesto. E' solo tanto maschio da stravolgerti vita e cuore.
Nonostante gli altolà delle amiche, le quali non mancano di intrecciare, a loro volta storie di amori e tradimenti, confessati e consumati in una lunga sbornia a tappe, Connie perde Luke.
E ritrova la ragione. Per 14 settimane rimane a pensare, passando dallo stile ciabatta "senza terra sotto i piedi", a quello "faccio come se" non fossi stata tanto folle da ...
Al Matrimonio di una delle amiche però fa attesa il capolinea rosa: prevedibile, scontato, su cui si passa a leggere e chiudere il libro con il sorriso, dolceamaro.
La storia insegna.
Non ci sono palesi pregi d'autore, lo stile è semplice e la trama a intreccio ti fa scorrere le pagine rapidamente verso la conclusione.
Si può scegliere la storia delle cinque donne più vicina al proprio piccolo mondo femminile, e qualcosa da dire alla fine c'è sempre.

Adele Parks, Una donna in cerca di guai, RCS Quotidiani.

giovedì 11 dicembre 2008

Il Natale di Martin


Ancora un ciabattino. Martin Adveic, lavorando, dalla finestra di un seminterrato vedeva solo i piedi dei passanti, riconoscendoli per la gran parte dalle scarpe da lui riparate. Aveva perso da qualche anno moglie e figli e con loro la voglia di vivere.
Un giorno passò un vecchio, con fama di santo, e gli disse: "La tua disperazione è dovuta al fatto che vuoi vivere solo per la tua felicità. Leggi il Vangelo e saprai come il Signore vorrebbe che tu vivessi". Martin lo ascoltò e nella notte ebbe un sogno. Una voce gli disse:"Martin guarda fuori in strada domani perché io verrò".
Guardando fuori faceva caso soprattutto a chi portava scarpe che non conosceva. Fece entrare Stepanic, che aveva spalato a lungo la neve, per riscaldarsi, diede un mantello ad una vedova infreddolita con un bimbo in braccio, ammonì un ragazzo che aveva rubato una mela ad una donna anziana.
Al momento della chiusura prese la Bibbia ma non si aprì alla pagina che aveva segnato; come una nuvola gli apparve Stepanic, poi la donna col bambino e l'anziana ed il ragazzo con la mela, udendo una voce: "Sono io".
Lesse così alla pagina aperta: "Ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi dissetaste, fui forestiero e mi accoglieste...".
Martin capì e ritrovò, ai piedi della sua finestra, la speranza persa tanti anni prima.
Leone Tolstoj, Il Natale di Martin.

mercoledì 10 dicembre 2008

"Fuori nevicava a fiocchi piccoli..."


"... duri e pungenti come aghi". 10 dicembre 2008, giornata di neve, come nel racconto di A. P. Cechov: "Un brutto sogno".
Un calzolaio si assopisce in orario di lavoro su un paio di stivali. Il cliente, con fare strano, nel sogno del calzolaio si fa protagonista e come Signore dell' Ade, a lui cede, provato in tentazione, ad una vita da signore. Ma "vestito bene, con una catena d'oro all'occhiello del panciotto... Che vita maledetta!" dirà. "I signori come fanno a sopportarla? Non si può far niente: nè cantare, nè suonare, nè scherzare". A destarlo il proprietario degli stivali, a reclamarli a gran voce, dopo quindici giorni d'attesa, e la gioia del risveglio dal sonno alla consapevolezza che la sorte che accomuna povero e ricco è in parti pari buona e cattiva, in modi solo dissimili.

Anton Pavlovic Cechov, Un brutto sogno.

martedì 9 dicembre 2008

Bolt. Un eroe a quattro zampe.


Quattro zampe e un grande cuore, Bolt è l’eroe moderno che pensa di essere per sua natura invincibile.
Ha un super latrato con cui respinge il nemico, il Dottor Calico, che vuol rapire l’adorata Penny, la bambina con cui divide le avventure della serie tv.
Solo che tutti sanno che non è invincibile, e con pazienza, quando i fatti mettono da parte la finzione del set, Bolt impara a essere se stesso da Mittens, una gatta randagia e da Rhino, un criceto, a dir poco esilarante, che, nella sfera trasparente per criceti si muove meglio di James Bond. Bolt è il suo mito e gli rimane vicino e fedele, insieme alla gatta Mittens, fino al lieto fine, in cui, senza artifici di scena, con due “bau” ben dati nel condotto di ventilazione di uno studio, strappa Penny alle fiamme, richiamando nella loro direzione i soccorsi. Da eroe da cartone a vero eroe.

Torna nel the end lo stornello cantato: “Finalmente ho capito che… la mia vita appartiene a me”.
Ultima inquadratura su una ridente casa di campagna.

Bolt. Un eroe a quattro zampe. Walt Disney Pictures.

lunedì 8 dicembre 2008

Sushi per principianti


Una fiaba per tutte, "quella gran culo di Cenerentola" (da Pretty Woman)...Il riscatto, la rivincita, uscire dalla convenzione sbandierando banalissimi difetti camuffati in pregi di lusso. Scorrendo le pagine rischi di rianimarti un poco alla volta e diventare dipendente dal personaggio principale, per poi saltare in groppa al prossimo che ha la stessa storia di principessa negata, che inciampa nella bacchetta magica dimenticata da Chicchessia... Così d'incanto la cruda realtà metropolitana si trasforma in un castello della Barbie più bella, ricca e felice del mondo in pvc.
Sono pagine che ti fanno passeggiare per Dublino, ti portano in un ufficio redazione in costruzione e nei locali della notte che i giovani usano per dimenticare il giorno.
Il tifo va immediatamente ad Ashling, ma è anche interessante passare nei panni della determinata anti-eroina Lisa, un po' perché sono sciccosi, ma anche per via del suo lato umano, e non puoi che rallegrarti del loro lieto fine comune.

Marian Keyes, Sushi per principianti, Sperling, 2003