mercoledì 11 febbraio 2009

Noi due siamo una moltitudine


Per le strade di Firenze da tempo c'era un gobbetto che "guardava intento il fiume ora da una parte ora dall'altra della città".
Una donna ne rimase tanto colpita da avvicinarsi a lui e chiedergli il motivo di tanto interesse. Il motivo disse essere il dialogo "continuo di sopravvivenza dove entrambi mostrano la loro forza". Non volle aggiungere altro di personale. Fu così che la ragazza se ne innamorò, nonostante il difetto fisico dell'uomo e la diffidenza di amici e colleghi. Si sposarono ed ebbero un figlio, sano e robusto, che lei diceva averlo reso orgoglioso. "Noi due siamo una moltitudine mormorò un giorno sorridendo sulle parole rubate al verso di Ovidio" ad un collega, vecchio spasimante, incontrato a pochi passi dal nuovo ponte sull'Arno, che aveva progettato e costruito suo marito.
Giorgio Saviane, Noi due siamo una moltitudine.

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